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SCRIVERE UN RACCONTO: 10 IDEE PER FARTI VENIRE UN'IDEA



Dal mio punto di vista, se avere un'idea per scrivere un racconto non è sempre facile, avere una buona idea per farlo non lo è quasi mai.


Certo, scrivere un racconto ogni tanto, quando ci sentiamo ispirati - e ricordatemi di dedicare un post, prossimamente, a questo mistico, invidiabile e tanto osannato stato di grazia chiamato ispirazione, perché merita - non rappresenta un grande problema; ma se invece dovessimo, ad esempio per un qualche motivo (magari!) lavorativo o, molto più verosimilmente, per puro masochismo (come nel caso della sottoscritta) partorire un racconto con una cadenza regolare, tipo una volta al mese (facciamo pure anche due)?


Beh, può darsi che in principio non incontreremmo grosse difficoltà, complice l'entusiasmo iniziale e un gruzzoletto di idee che forse (ma non è detto) abbiamo messo da parte per investirle in questa nostra impresa. Ma è molto probabile che, col passare del tempo, la questione si faccia più spinosa.


È davvero possibile avere un'idea, anzi, una buona idea per una storia, sempre e comunque?


Io credo di no.


Ed è per questo che ho buttato giù un'altra Valetoplist: non si tratta di tutte le idee che conosco per scrivere un racconto, ma delle prime dieci che, chiudendo gli occhi, mi sono venute in mente. Questo perché volevo che anche questa lista fosse fulminea e spontanea: proprio come un'idea.



1 - I TITOLI DEI LIBRI


Fino al 2018 la Robin Edizioni - che poi è la CE con cui ho pubblicato sia Adele e Spank sola andata che Brontola il cielo - proponeva il concorso VinciRobin: ogni mese i lettori/autori venivano chiamati a cimentarsi nella stesura di un racconto breve (max 20 righe) contenente tutti i titoli annunciati nella newsletter. L'autore del miglior racconto - scelto dalla redazione - si aggiudicava una copia di ogni libro. Purtroppo ho scoperto questa iniziativa quando i giochi erano ormai finiti, ma l'ho trovato un esercizio molto interessante: tanto che via via, ancora oggi, entro in uno dei cataloghi della Robin, seleziono i primi venti titoli (il numero sceglietelo voi in base alla lunghezza del racconto), e scrivo :).



2 - I TRAFILETTI DEL GIORNALE


Forse non ci abbiamo mai pensato (o forse sì e non ci abbiamo ancora provato), ma i quotidiani offrono moltissimi spunti che possiamo utilizzare come base di partenza per il nostro racconto. Quel che hanno di bello, poi, è che passando dall'attualità alla cronaca nera, quella sportiva, quella rosa, la politica, lo spettacolo, per finire con la pubblicità, ce n'è davvero per tutti i gusti. Ho appena fatto un esperimento aprendo La Nazione di ieri 4 marzo in un punto a caso: "Diciassettenne in balia dei ladri in casa". Stanotte non intendo scrivere racconti ma, se lo volessi, la mia idea sarebbe bell'e che servita su una tastiera d'argento.



3 - LO SCONOSCIUTO


Questo è un gioco che ho iniziato a fare qualche anno fa con lo scopo di migliorare le descrizioni dei miei personaggi, e che in seguito ho scoperto essere molto utile anche come origine di un racconto. Prendete carta e penna e andate in un luogo (un ristorante, un bar, una panchina da cui potete sbirciare all'interno di un negozio), scegliete una persona - che potrete osservare per un lasso di tempo ragionevole, come il barista, o la commessa - e descrivetela. Dopodiché cominciate a immaginare dove andrà, cosa farà, una volta terminato il lavoro. Domandatevi se è sposato/a, felice, se ha dei figli, quali sono i suoi cibi preferiti, dov'è stato/a in vacanza l'anno scorso. Sembra incredibile a dirsi (e soprattutto a farsi) ma senza che nemmeno ve ne rendiate conto tornerete a casa con l'idea per un racconto. Provare per credere.



4 - I SOGNI


Questo è il dispensatore di idee che forse tra tutti si adatta meglio a chi ama scrivere racconti di genere fantastico. I sogni infatti sono il luogo dove tutto è possibile: viaggiamo nel tempo e nello spazio, voliamo, cadiamo da un grattacielo di 109 metri e rimbalziamo sul cemento, esploriamo mondi che non esistono, nuotiamo nell'erba, camminiamo su Marte, guidiamo auto senza ruote e biciclette senza manubrio, incontriamo creature sconosciute. La maggior parte dei sogni che facciamo ce li dimentichiamo, e questo è un vero peccato: prendiamo l'abitudine di tenere foglio e penna sul comodino, perché spesso il ricordo è ancora vivo appena svegli. E non trascuriamo gli incubi: sono ottimi per un buon racconto horror!



5 - LE CANZONI

Io amo la musica. Fortissimamente. Ma non serve essere dei musicomani per trovare, anche nelle canzoni, degli ottimi spunti per un racconto.

Dobbiamo infatti tenere presente la lunghezza dei testi musicali che, per quanto estesa possa essere, resta pur sempre entro un certo limite: una canzone, cioè, assai difficilmente si snoderà in pagine e pagine di versi ma, al contrario, si svilupperà in un numero ridotto di strofe inframezzate, a seconda dei casi, da un ritornello. La conseguenza è che in un testo musicale non ci verrà raccontata una storia dall'inizio alla fine, comprensiva di tutti i dettagli, ma, casomai, ce ne verranno forniti un accenno, una parte, un'immagine sfocata, un particolare scelto tra tanti: e il resto? Il resto, neanche a dirsi, spetta a noi.

Quante volte ci saremo chiesti a chi fosse dedicata una canzone, o cosa intendesse dire esattamente l'autore con un determinato verso? Beh, se non è nostra abitudine farlo è ora di cominciare. Io ho appena eseguito l'ennesima prova col primo brano che mi è venuto in mente, Mr Tambourine Man di Bob Dylan: chi è questo uomo col tamburello? E chi gli sta chiedendo di suonare? E perché?

Anche in questo caso, il racconto è - quasi - servito.



6 - LA FRASE PESCATA DAL LIBRO


Ho estratto - a occhi chiusi - tre volumi dalla mia libreria e li ho aperti a caso:

  • Jane Eyre (di Charlotte Brontë): "Quando mi alzai e iniziai a vestirmi, ripensai a quello che era successo e mi chiesi se non fosse stato tutto un sogno."

  • Full of life (di John Fante): "Era il mio primo viaggio in treno con papà, e fu un incubo."

  • Altre voci altre stanze (di Truman Capote): " Così trovai una rivoltella che tenevo avvolta in una vecchia calza. La pioggia era cessata."

Non ridete, non sbuffate, e non pensate che stia vaneggiando: le idee per un racconto arrivano davvero quando si apre un libro e si legge la prima frase che ci ruba gli occhi. Magari non subito, magari non dopo un'ora, magari bisognerà aspettare il giorno dopo: ma vi assicuro che arrivano. Anche in questo caso: provare per credere.



7 - I QUADRI


Se le canzoni dosano le parole, le immagini non le usano affatto. Quando ci troviamo di fronte a un dipinto spetta a noi il compito di capire - o, il più delle volte, immaginare - che storia racconta, quali emozioni lo hanno fatto nascere, cosa vuole dirci. L'arte in generale, ma quella figurativa in particolare, lascia spazio a molteplici interpretazioni, all'interno delle quali chi ama scrivere troverà un terreno fertile per sbizzarrirsi.

Se non vi fidate di me - e come darvi torto - vi propongo questo esercizio: non prendete un dipinto famoso - uno di quelli a proposito dei quali si è scritto di tutto e di più, per intenderci - ma focalizzatevi su uno dei tanti di una scappata di casa - ovvero la sottoscritta - come quello che trovate qui a fianco.

Chi è questa donna? Dove si trova? Perché? Cosa stringe tra le mani? E quella frase appuntata in alto, che significa?

Non è un compito in classe, non dovete rispondere alle domande: dovete scriverci un racconto. :)



8. IL FINALE DEL FILM


Questa è facile facile, e anche divertente.

Scegliete un film che si sposi con i vostri gusti narrativi - cioè, se vi piace scrivere racconti di fantascienza magari evitate di selezionare un film comico... - e guardatelo per tre quarti, dopo di che spegnete tutto e impugnate la penna.

Qual è l'ultima scena cui avete assistito?

Piovevano schegge di luna dal cielo?

I robot tagliaerba avevano sviluppato un'intelligenza artificiale e si preparavano a conquistare il mondo?

L'evoluzione aveva fatto sì che gli esseri umani perdessero un'ormai inutile bocca, per comunicare soltanto attraverso dispositivi informatici?

Bene. Ripartite da lì e scrivete la fine. E rileggendola, vi accorgerete che senza volerlo avete scritto anche l'inizio.



9 - LE PAROLE CHE TI HO DETTO


Quando gli altri ci parlano noi li ascoltiamo - si spera - eppure di rado ci rendiamo conto che le loro parole, le loro vicissitudini, possono rappresentare una fonte d'ispirazione per le nostre storie. I racconti - escludendo quelli apocalittici, di fantascienza, e fantasy - non devono necessariamente raccontare qualcosa di straordinario, anzi: per come la vedo io, il più delle volte la semplicità vince.

Proviamo per un attimo a pensare all'ultima conversazione che abbiamo avuto: magari nostra madre al telefono ci ha raccontato della sua vicina che non trova più il gatto. Chi ci vieta di trasformarci in quel felino ribelle e raccontare una fuga epica?

Una mia conoscente ieri sera mi ha detto che è stata convocata in commissariato: non ho idea del motivo e nemmeno voglio averla, però, perché non prendere la penna e immaginarla?

Oppure prendiamo l'ultima email che ho ricevuto: uno dei miei editori si è scusato del ritardo e mi ha informata di aver avuto un brutto incidente, a causa del quale è finito anche in coma - per fortuna vigile, ha specificato -. Non so altro, per ora. Porca paletta, vuoi vedere che prendo la penna e me lo invento?



10 - L'OGGETTO CHE PRENDE VITA


Prima di affermare che quella che sto per scrivere è una cazzata e convincervi in via definitiva dell'inutilità di questo post, ditemi: avete un'idea di chi sia il simpatico ometto vestito da cowboy qui a fianco?

Beh, se la risposta - e mi auguro di no per voi - dovesse essere negativa, vi schiarisco le idee: questo signore non è un cowboy bensì uno sceriffo, si chiama Woody, ed è un giocattolo che, insieme alla ciurma di tutti i giocattoli accumulati negli anni dal bambino Andy, è vivo. Con Toy Story 1 (seguito poi dal 2, il 3, e il 4), la Pixar ha sbancato. E per sbancare non ha fatto altro altro che farsi venire in mente un'idea banalissima quanto geniale: far vivere degli oggetti altrimenti inanimati e mostrarci il mondo attraverso i loro occhi.

Personalmente trovo che questo sia un ottimo punto di partenza per allenare la nostra fantasia e creare delle storie davvero originali: provate a mettervi nei panni di un paio di occhiali, un ombrello, un libro, un boccale di birra in un bar, e raccontate la loro giornata. Resterete meravigliati da quello che ne verrà fuori.


Parola di Valelapena.




E tu hai altre idee per far nascere un'idea?




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