
Mi chiamo Ulisse, ho dodici anni e ormai sono grande.
Quando sei grande cambiano un sacco di cose, ma la più brutta è che improvvisamente nessuno sembra fare più caso a quello che combini, come ti senti, cos'hai da dire.
Io vorrei urlare al mondo che non è per niente giusto!
Ma sono di nuovo qui, raggomitolato nel mio angolino preferito di giardino, ad aspettare una stella cadente.
«Fà che mamma e papà capiscano che sono grande, ma non sono invisibile», le chiedo senza aspettare che cada.
15 marzo 2020
mattina
È successa una cosa molto strana: mamma e papà non sono andati a lavorare per tutta la settimana!
Nessuno dei due.
E non perché erano malati: no no no no no!! Per via di un'altra cosa, che è sempre una malattia, però più grossa: si chiama Coronaequalcosa, corona come quella che portano i Re e la vorrebbero tutti, ma questa nessuno la vuole, perché è bruttissima e se ti avvicini puoi anche morire.
Hanno tutti una gran paura, ma dicono che noi piccoli possiamo stare tranquilli.
Io non mica capito bene.
Ma allora, sono grande o sono piccolo? L'ho chiesto a mamma e lei mi ha risposto che sono grande, ma posso stare tranquillo ugualmente.
A quel punto c'ho capito ancora meno, ma ero contento lo stesso: mamma ha ricominciato a rispondere alle mie domande!
29 marzo 2020
pomeriggio
La chiamano Quarantena e tutti la descrivono come una cosa terribile, ma per me è la cosa più bellissimissima che mi sia capitata nella vita!
Da quando c'è lei non passo più tutti i pomeriggi da solo ad aspettare mamma e papà, buono buono come mi hanno insegnato, per poi vederli tornare, salutarmi con un buffetto sulla guancia (e a volte si dimenticano pure quello) e subito mettersi a fare le loro cose: lui la doccia e il giornale, lei la cena e le telefonate alle sue amiche. Senza che nemmeno mi chiedano com'è andata la giornata, se ho fatto amicizia con qualcuno, se sono veloce nella corsa come l'anno scorso o o se ho voglia di andare a fare una passeggiata prima che cali il sole.
Adesso, con questa Quarantena, stiamo sempre insieme, dalla mattina alla sera!
Parliamo un sacco.
Ogni tanto mi metto a fare tutti quei versi scemi che facevo quando ero piccolo, e loro ridono: e io sono tanto, troppo felice.
13 aprile
sera
Oggi è capitato qualcosa d'incredibile!!!
Papà mi ha portato al fiume e abbiamo fatto a gara di tuffi e giocato a chi arrivava prima alla palla.
Ho vinto io, quasi sempre!
Poi papà ha steso il telo, quello grande di quando andavamo al mare un mucchissimo di tempo fa, e ci siamo sdraiati a pancia in su ad asciugarci al sole.
Faceva caldo e c'era un sacco di spazio che avanzava sui bordi ma non m'importava, io volevo stare al centro, appiccicato a lui.
Mi ha raccontato una valanga di segreti e ogni tanto si accendeva una sigaretta e mi diceva: «Non dirlo a mamma!»
Io rispondevo dipende, e allora lui mi saltava addosso e mi uccideva di solletico finché non giuravo.
Anche se non ce lo siamo detti, perché oggi è la giornata dei segreti e i segreti non si dicono, so che sia io che papà abbiamo capito due cose importanti: lui che anche se ormai sono grande, ho ancora voglia di giocare. E io che anche se ormai sono grande, non sono ancora invisibile.
26 aprile 2020
mattina
Sono nel lettone!!!
Non mi è più permesso dormire qui da quando il materasso era così alto che mi sembrava un grattacielo, e io non so davvero spiegarmi cosa sia successo ieri sera, so solo che abbiamo guardato la tv fino a tardi: mamma mi ha fatto tante coccole e alla fine, prima di spegnere la luce, ha detto qualcosa a papà e... mi sono ritrovato a dormire in mezzo a loro!
È stato così bello ed ero così emozionato che sono stato sveglio tutta la notte. Così stamani ho sbadigliato un po', e quando mamma mi ha visto mi ha abbracciato forte e mi ha riempito di tutti quei baci sbavucchiosi che mi dava una volta. Io, allora, ho chiuso gli occhi e ho affondato il naso nel suo collo: perché anche se il profumo che si spruzza mi fa schifo, quello della sua pelle è il più buono che esiste e io lo riconoscerei tra mille milioni di profumi in tutto l'Universo.
22 maggio 2020
sera
Più di una volta ho sentito dire dai grandi che se una cosa è troppo bella non può essere vera, e allora è un sogno.
Io so cosa sono i sogni.
Sono quelle cose che mi accadono di notte, mentre dormo e all'improvviso mi trovo a nuotare nel fiume, correre in un prato grandissimo oppure in montagna, a rincorrere le marmotte.
Poi però mi sveglio e mi ritrovo sempre qui, nella mia cuccia, e mi ricordo che per me non ci sono prati verdi né marmotte da cacciare.
Papà mi ha portato al fiume durante questa Quarantena, e io so che non mi ci porterà più.
Perché la Quarantena è finita, e non so quando arriverà la prossima.
Forse non arriverà nemmeno, forse non è nemmeno mai arrivata, forse è stato davvero un sogno.
Se un sogno è fare qualcosa di bellissimo e poi tornare a fare qualcosa di bruttissimo allora sì, deve essersi trattato di un sogno.
Perché papà è tornato a leggere il giornale, mamma a parlare al telefono, e io a sperare che si accorgano di me.
1 giugno 2020
notte
Mi chiamo Ulisse, ho dodici anni e ormai sono vecchio. Quando sei vecchio cambiano un sacco di cose, ma la più brutta è che improvvisamente nessuno sembra fare più caso a quello che fai, come ti senti, cos'hai da abbaiare. Io vorrei ululare al mondo che non è per niente giusto! Ma sono di nuovo qui, raggomitolato nel mio angolino preferito di giardino, ad aspettare una stella cadente. «Fà che mamma e papà capiscano che sono vecchio, ma non sono invisibile», le chiedo senza aspettare che cada.
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