
Mi chiamano timido e forse è per questo
che trovano tutti un qualche pretesto
per dire di me che non son divertente
e che non so stare in mezzo alla gente.

Papà mi ha portato da un grande dottore,
son stato seduto per quasi due ore,
ma lui mi puntava quei suoi occhiali addosso
e dopo un minuto ero già tutto rosso.
Il giorno che ho fatto la mia comunione
ognuno leggeva la sua preghierina,
anch'io c'ho provato, ma per l'emozione
mi sono svenuto su quella panchina.
Ho solo undici anni e di certo sapete,
non è affatto facile dire la mia,
però non capisco com'è che insistete
a dir che non amo stare in compagnia.
A dirvela tutta, e sono sincero,
quando son con gli altri sto bene davvero!
Ciò che non mi piace è quella sensazione
di trovarmi al centro di qualche attenzione.

Ho solo undici anni e son timidino,
mi dicono che è perché sono un bambino
e che prima o poi non sarò più diverso,
perché quando cresci diventi estroverso.
Vorrei proprio dire a tutta questa gente
che io non mi sento diverso per niente,
il mondo per me è già strapieno di eroi:
se avanza un applauso, prendetelo voi!
Ma se parlo in pubblico mi batte il cuore,
così scrivo e basta e vi chiedo un favore:
smettetela con tutti questi perché!
Ognuno deve essere quello che è.
Sei o sei stato, in passato, timido?
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