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CYRANO




È da poco uscito il film di uno dei miei antieroi preferiti. E quindi, mi è venuta voglia di condividere la poesia che gli ho dedicato qualche... naso fa :).


Mi chiamarono Cyrano

e avevo un naso brutto e lungo,

mentre quello di Cristiano

era bello come un fungo.

«Che m’importa» io pensavo

«di questo bel signorotto?»

Io scrivevo, io studiavo,

e lui era stupidotto.

Era bello per davvero,

possedeva lineamenti

che anche adesso, non lo nego,

son difficili a scordare;

ma se devo esser sincero

(e esser altro non so fare)

il confronto tra due menti

(la mia e quella del mio amico)

non so bene se mi spiego

ma era proprio un affaraccio.

Perdonate se non taccio

e se a penna ve lo dico,

ma Cristiano aveva tutto,

tutto quel che non ho io,

lui era bello, io son brutto,

ma allo stesso modo Dio

nel donarci l’esistenza

mi ha graziato del pensiero

di cui lui è rimasto senza.

A ciascuno ciò che è dato,

a ciascuno ciò che è tolto,

è una legge universale

ma è una legge fatta male,

perché ahimè non sono amato

per amore di uno stolto.


Oh Rossana, se sapessi

quante cose potrei darti

solamente col mio inchiostro,

se soltanto tu potessi

ascoltar la mia poesia

e per un attimo scordarti

che l’ha scritta questo mostro!


Ma non puoi e mai potrai,

mia leggiadra Imperatrice,

perché l’ami e l’amerai

quel suo sguardo imbambolato,


e io resto senza fiato,


ma per renderti felice

farò quello che mi chiedi

mia Tiranna, dolce Amica,

ed in men che non si dica

lo difenderò dal mondo.


Vedi adesso come affondo

la mia spada dentro al cuore

di novanta e più nemici

forse cento,

io lo faccio per amore

ma per te noi siamo amici


e io no, non mi lamento,


Cyrano lo spadaccino

a morire andrà contento

se Rossana avrà vicino.


Ora li ho battuti tutti,

bevo e penso alla mia Bella

penso a te, che gli occhi butti

sulle righe appassionate

che ho prestato al tuo Cristiano,


e il mio cuore si acciambella


soffocato dalla mano

che tu credi esser la sua,

io la poppa, lui la prua,

questa nave non affonda

ti asseconda,

mia Farfalla senza ali,

questa carta regge il colpo dei tuoi mali.


E ora dimmi, Anima Mia,

ora che son qui disteso,

che la vita vola via

e finirà di essere un peso

come questo lungo naso

che mi è sempre stato appresso,


veramente


te ne accorgi solo adesso

che ero io dietro ogni foglio?


Oh Rossana no non farlo,

non è il pianto tuo che voglio!


Te lo dico dolcemente

ed è l’ultima parola,

ogni anima ha il suo tarlo,

Cyrano non era bello,

ma ora che diventa uccello

e nel cielo sale piano

ecco, ora non tentenna.


Cyrano ti dice «T’amo!»

e la morte lo consola:


ché tu hai amato la sua penna.



Da "Di vita non si muore"
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